Essere genitori oggi
Una battaglia controcorrente
Nota personale dell’autore
In questo sito parlo di informatica, sviluppo, automazioni e soluzioni digitali. Ma oggi sento il bisogno di aprire una parentesi diversa, più personale, più umana. Perché prima ancora di essere un informatico, sono un padre. E come tanti, sto vivendo con amarezza il cambiamento culturale che ci circonda, che colpisce prima di tutto i nostri figli. Questa riflessione nasce dal cuore, da una stanchezza silenziosa ma costante, da una consapevolezza che cresce ogni giorno: la tecnologia che noi costruiamo può servire o distruggere, può educare o annientare, a seconda dell’uso che ne facciamo. Non è un articolo tecnico, ma è forse il più importante che io abbia mai scritto. Perché riguarda il futuro, non dei sistemi, ma delle persone. E soprattutto di chi sarà chiamato un giorno a costruire il mondo che oggi noi stiamo consegnando loro.
- Le sfide di oggi
- L’influenza dei media
- Il declino del confronto in famiglia
- I valori dimenticati
- Un invito a non arrendersi
Questa lettera nasce dal cuore, scritta pensando ai miei figli: una ragazza e un ragazzo in piena età adolescenziale. È una riflessione che nasce dall’amore e dalla preoccupazione per il loro futuro, in un mondo dove educare è diventato un atto di resistenza.
Essere genitori oggi è diventato incredibilmente difficile, una sfida quotidiana resa quasi impossibile dall’influenza invasiva dei media e degli smartphone. La società attuale sembra prediligere l’apparenza rispetto alla sostanza, e questa mentalità si riflette pesantemente sui nostri figli, esposti fin da piccoli a modelli superficiali proposti dai social media.
Come genitori, tentiamo disperatamente di insegnare loro i valori fondamentali della vita, il rispetto, la gentilezza, la responsabilità. Ma spesso sembra tutto inutile, perché il mondo fuori spinge nella direzione opposta, esaltando figure che rappresentano l’esatto contrario di ciò che vorremmo per i nostri ragazzi.
La preoccupazione maggiore è che i nostri figli siano derisi o emarginati se non si conformano agli standard imposti dalla società digitale. E così, molti genitori, sfiniti dalle continue battaglie, finiscono per arrendersi, concedendo tutto ai figli pur di evitare discussioni infinite.
Passeggiando oggi per le nostre città, incontriamo ragazzine vestite e truccate come adulte, adolescenti che cercano disperatamente di imitare ciò che vedono sui social. Il bullismo dilaga indisturbato, con ragazzi che prevaricano coetanei più deboli, privi ormai di ogni riferimento morale solido.
È stomachevole vedere genitori che, pur di far stare zitti i loro bimbi di 3-4 anni, mettono loro in mano uno smartphone. Questa pratica sta privando i più piccoli degli stimoli essenziali, della voglia di scoprire, crescere e imparare.
Allo stesso tempo, gli adolescenti preferiscono guardare shortcut sui vari social, video che spesso trasmettono un’ignoranza e una stupidità unica, dove non si impara nulla e dove la superficialità regna sovrana.
Assistiamo a adolescenti che il sabato sera spendono 3-400 euro in un locale, mentre io da genitore provo apprensione anche solo per una semplice pizza nel fine settimana. Sono convinto che esistano molti genitori e famiglie che condividono questa mia preoccupazione, ma credo anche che rappresentiamo ormai la minoranza in una società dominata da un generale menefreghismo.
Le famiglie spesso non sono più luoghi di educazione e confronto ma delegano interamente alla scuola il compito educativo, salvo poi criticarne il lavoro e attribuirle colpe che in realtà nascono dall’incapacità stessa di assumersi le proprie responsabilità. Molti genitori oggi non riescono più ad ammettere i propri errori e questo crea un vuoto educativo pericoloso, dove i modelli di riferimento diventano influencer e youtuber invece di personaggi storici che hanno contribuito a formare l’identità culturale della nostra nazione.
Come padre, sento un’enorme stanchezza, amarezza e delusione di fronte a questa situazione. Credo fermamente che sia giunto il momento di aprire gli occhi, di tornare ai fondamentali, di riscoprire il valore del dialogo familiare, della responsabilità individuale, e soprattutto, di rifiutare con forza un modello sociale basato esclusivamente sull’apparenza e la superficialità.
Questa riflessione vuole essere un invito a tutti i genitori e agli adulti responsabili a riprendere in mano le redini dell’educazione dei propri figli, con coraggio e determinazione, per un futuro dove prevalgano la sostanza, l’etica e il buon senso. Solo recuperando il coraggio di educare con fermezza e amore possiamo restituire dignità e profondità alle generazioni che verranno.